Come affrontare l’emergenza Coronavirus con i propri figli?
I bambini hanno bisogno di sicurezza, di spiegazioni semplici e chiare, che possano essere ricondotte alla loro percezione del mondo. Dobbiamo prestare attenzione ad evitare l’incoerenza: non possiamo dire ai nostri figli “non è niente” e poi passare l’intera giornata ascoltando le notizie o parlando al telefono usando termini allarmanti. I bambini, anche se piccoli, hanno un loro bagaglio con cui ragionano e, se sono stati abituati a crescere in un ambiente sociale ricco di relazioni, improvvisamente ciò è scomparso e se ne ritrovano privati.
A differenza degli adulti, i piccoli vivono nel presente e non si preoccupano di quello che accadrà domani. Di conseguenza, è importante evitare di proiettare su di loro le paure adulte. Ricordiamoci che, come sosteneva Leopold Fechtner, “la felpa è quel capo di abbigliamento che un bambino indossa quando sua madre ha freddo”.
I genitori devono garantire la massima qualità della loro forma psicofisica e aiutarli a sostenere la rete di amicizie attraverso nuovi canali di comunicazione offerti dalla tecnologia. Scandire una routine quotidiana prevedibile, come a scuola, per i bambini è fonte di tranquillità. Oggi si ha più tempo da dedicare ai propri figli; ciò può controbilanciare le assenze che stanno vivendo e, quando torneranno alla vita usuale, porteranno nel cuore e nell’anima la ricchezza dei rapporti profondi coltivati in questi mesi.
Genitori, siate presenti, i bambini non tollerano la presenza-assenza. In questa circostanza, più che mai, è necessario fare attenzione ai loro comportamenti ed osservarli. È possibile che si verifichino delle regressioni a stadi evolutivi precedenti, che danno sicurezza e funzionano da contenimento: alcuni potrebbero tornare a cercare i peluches, il ciuccio o il biberon. Inoltre, i giochi che i bambini fanno in questi giorni ci raccontano molto di quello che stanno vivendo: potrebbero mettere in scena catastrofi, guerre, e richiamare così la necessità di sentirsi protetti costruendo case, tende e rifugi. Bisogna anche evitare che, in un clima generale di allerta, i nostri figli reagiscano come adulti, responsabilizzandosi eccessivamente e inibendo le loro emozioni. E’ necessario tollerare la confusione e il disordine per permettere ai bambini di usare lo spazio liberamente: correre, andare sul triciclo, ballare. Bisogna garantirgli una buona dose di attività motoria perché in età evolutiva ciò incide sullo stato psicofisico e sulla regolarità del sonno. E’ normale che si verifichino irritabilità, pianti ed agitazione; questi stati d’animo devono destare attenzione solo nel momento in cui diventano pervasivi, rendendo il bambino impermeabile anche agli aspetti piacevoli.
Le situazioni devono distinguersi sulla base dell’età del bambino perché con l’età cambia la capacità di rapportarsi con l’angoscia, e molto dipende anche dal fatto che i genitori riescano a contenerla o meno. Quali sono le angosce grandi che possono gravare sui piccoli? Un bambino di 4 o 5 anni può sperimentare un’angoscia di morte per i propri genitori e quindi la paura di restare solo. I bambini si interrogano su cosa stia accadendo e l’incomprensibile diventa per loro minaccioso. Bisogna spiegare e dire loro sempre la verità, senza intimorirli ovviamente, bensì ricorrendo alla fantasia, ad una storia, alla musica oppure al gioco. Come teorizzato dallo psicoanalista Winnicott, “il gioco è un progetto di trasformazione”. Si può “giocare al Coronavirus” magari disegnandolo come un mostriciattolo, associando l’azione di lavarsi le mani e raccontando una storia. Se poi, ad esempio, una mamma non ha a chi lasciare il proprio figlio, lo porterà con sé a fare la spesa con le precauzioni del caso: “Sarà un’avventura da fare insieme!”.
A casa, a proposito del trend in voga di fare attività continue, il bambino deve imparare anche a stare solo. Fa parte del suo processo di crescita imparare a giocare per conto proprio. Ho già utilizzato questa metafora nel mio ultimo articolo: questo tempo di isolamento sociale potrebbe corrispondere al campo agricolo lasciato a maggese, stimolando ed aumentando la creatività.
In sostanza, quello che veramente conta è la presenza reale ed empatica dei genitori!
Sfruttiamo tutte le buone opportunità che questa situazione di emergenza ci presenta e fatevi una promessa: da domani in avanti, dedicare alla propria famiglia una buona dose di tempo di qualità deve essere la vostra scelta, non un’imposizione!
Bibliografia
Winnicott D.,Gioco e realtà, Armando Editore, 2005,256, L. Tabanelli
Piaget J.,Lo sviluppo mentale del bambino e altri studi di psicologia, Giulio Einaudi editore, 2000, 168, E. Zamorani