La nascita della vita umana, ovvero la fecondazione, è un atto “traumatico ed aggressivo” simile al meccanismo di penetrazione del virus nella cellula. Lo spermatozoo, che ha subito la maturazione spermatica durante il transito lungo le vie genitali femminili, incontra la cellula uovo e gli enzimi idrolitici permettono a quel punto il passaggio dello spermatozoo attraverso i rivestimenti dell’uovo: le due entità biologiche preesistenti non esistono più e si crea una fusione dei due gameti. La vita dell’essere umano inizia dunque con un atto “aggressivo” necessario: violare la struttura cellulare di un altro organismo vivente per dar vita al progetto di eternamento del genoma. Il virus, allo stesso modo, non può sopravvivere a lungo al di fuori di un organismo biologico: sfrutta l’essere umano per duplicarsi ed eternarsi.
L’infiltrazione dell’ospite femminile da parte di spermatozoi provenienti da un donatore maschile, geneticamente non affine, determina una reazione immunitaria nel corpo della madre simile a quella prodotta nei confronti di qualsiasi malattia. Ogni gravidanza è inevitabilmente una sfida alle difese immunitarie della madre. Poiché il feto eredita metà dei geni dal padre, per metà è geneticamente distinto dalla madre, e rappresenta, in sostanza, un trapianto d’organo. All’interno del trofoblasto, il tessuto placentare che attacca il feto alla parete uterina, una serie di meccanismi assicura al feto una protezione da quello che, altrimenti, sarebbe un rigetto d’organo. II trofoblasto non è, infatti, solo una barriera fisica contro probabili invasori presenti nel sangue della madre, bensì produce anche molecole immunosoppressive, ovvero capaci di inibire la risposta immunitaria. Inoltre, durante la gravidanza aumenta il numero di linfociti T regolatori nella madre, artefici di uno specifico meccanismo di soppressione immunitaria. Al contrario, l’assenza di linfociti T regolatori comporterebbe un rigetto del feto a causa di una massiccia infiltrazione di cellule immunitarie attraverso i confini madre-feto. E’ stato ipotizzato che la scarsa attività di queste cellule linfocitarie potrebbe essere causa dell’aborto spontaneo ricorrente in alcune donne.
La relazione materno-fetale, così come quella ospite-virus, ha caratteristiche delle relazioni parassitarie. Il feto ha accesso diretto al sistema vascolare materno e può immettere nell’organismo della madre sostanze strategicamente importanti ai fini della sua sopravvivenza.
Uno dei fenomeni più frequenti che lo psicanalista esperto riscontra nelle pazienti in gravidanza è la comparsa massiva di sogni di “infestazione batterica o virale”. Nicola Peluffo affermava che lo stato di disequilibrio somatopsichico determinato dalla gestazione indurrebbe nella madre la comparsa di un vissuto onirico di invasione batterica/virale, che è la rappresentazione psichica di un processo somatico: la reazione immunitaria. Tale dinamica psichica, spesso contraddistinta dallo strutturarsi di “fantasmi” di invasione o di fagocitamento reciproco, sostituirebbe la risposta somatica di rigetto; il conflitto, dunque, si sposterebbe sul piano dell’elaborazione psichica, lasciando libero il campo somatico.
Non è mia volontà affrontare la tematica della fecondazione con una sfumatura “inquietante”, bensì l’esatto contrario, mi piacerebbe neutralizzare i “fantasmi” di terrore e catastrofismo che ruotano intorno alla tematica del contagio. Nei miei precedenti articoli ho utilizzato la psicologia per riuscire in questo intento, oggi ho deciso di sfruttare i vantaggi della scienza: quest’ultima, come la matematica, non è un’opinione. La fecondazione e il contagio di virus sono processi concettualmente agli antipodi ma biologicamente simili. Ho sempre cercato di trasmettere il messaggio secondo cui la crisi che stiamo vivendo tutti noi oggi merita di essere trasformata in una ri-NASCITA domani. Anche la scienza, con un personale tocco di “romanticismo”, ci suggerisce tale interpretazione!
Bibliografia
Sadler T. W., Embriologia medica di Langman, Edra, 2016, 448