Alice e lo Stregatto: saper prendere una decisione

Stregatto…potresti dirmi, per favore, quale strada devo prendere per uscire da qui?” “Tutto dipende da dove vuoi andare”, disse il Gatto. “Non mi importa molto…”, disse Alice. “Allora non importa quale via sceglierai”, rispose il Gatto. “…basta che arrivi da qualche parte”, aggiunge Alice come spiegazione. “Oh, di sicuro lo farai”, disse il Gatto, “se solo camminerai abbastanza a lungo”. Alice sentì che tale affermazione non poteva essere contraddetta, così provò con un’altra domanda: “Che tipo di gente abita da queste parti?” “In quella direzione”, disse lo Stregatto, agitando la sua zampa destra, “vive un Cappellaio, e in quella direzione,” agitando l’altra zampa, “vive una Lepre Marzolina. Visita quello che preferisci: tanto sono entrambi matti”. “Ma io non voglio andare in mezzo ai matti”, si lamentò Alice. “Oh, non hai altra scelta”, disse il Gatto, “qui siamo tutti matti. Io sono matto. Tu sei matta.” “Come lo sai che sono matta?” disse Alice. “Devi esserlo”, disse il Gatto, “altrimenti non saresti venuta qua”. Alice non pensava che questo bastasse a dimostrarlo; ad ogni modo, andò avanti “E come sai di essere matto?” “Per iniziare”, disse il Gatto, “un cane non è matto. Concordi?” “Immagino sia così”, disse Alice. “Bene, allora”, lo Stregatto andò avanti, “vedi, un cane ringhia quando è arrabbiato e scodinzola quando è felice. Io ringhio quando sono felice e agito la coda quando sono arrabbiato . Quindi sono matto.” “Io lo chiamo fare le fusa, non ringhiare”, disse Alice. “Chiamalo come preferisci”, disse il Gatto.

Questo dialogo è tratto dal famosissimo “Le avventure di Alice nel paese delle meraviglie” e descrive l’incontro tra la protagonista Alice e la figura emblematica dello Stregatto. In questa conversazione la giovane Alice chiede informazioni su quale via scegliere; lo strano animale, invece, le risponde in maniera criptica, misteriosa e volutamente ironica, gettando in confusione la giovane ragazza. Questo breve estratto ci mostra una situazione quotidiana e comune a tutti noi: fare delle scelte. Spesso questo può generare, come per Alice, ansia e il rischio di rimanere bloccati. Lo Stregatto, apparentemente, sembra non voler dare un consiglio preciso alla ragazza, restando vago. Rimanda ad Alice la responsabilità della scelta, suggerendole che lei ha dentro di sé la capacità di prendere la decisione che le serve. Vengono esaltati l’importanza dell’esperienza personale e gli obiettivi. Lo strano animale, infatti, dice “Tutto dipende da dove vuoi andare“. Avere chiaro un obiettivo prima di compiere una scelta può incidere molto sulla qualità della nostra decisione. Non chiarire a se stessi i propri obiettivi, come mostra lo Stregatto, rischierebbe di rendere superflua la scelta stessa, facendo perdere importanza e significato alle nostre decisioni. A mio avviso, a volte, la migliore scelta è quella di non scegliere, perché prestiamo troppa attenzione sul fare la scelta “giusta”. Lo Stregatto prova a suggerire ad Alice di non badare troppo al tipo di direzione che prenderà, sia perché non sapendo dove andare non è importante sia perché in quel determinato luogo “sono tutti matti”, compresa lei. Indipendentemente da quello che lei sceglierà, troverà la stessa situazione. Quindi perché preoccuparsi? Spesso, quando dobbiamo prendere una decisione, tendiamo ad esaminare dettagliatamente ogni aspetto alla ricerca della scelta più giusta, cercando di non commettere errori. La realtà è che, nella maggior parte delle situazioni, una decisione può essere definita giusta o sbagliata soltanto a posteriori e mai a priori. Riprendendo i punti di vista precedenti, non sempre nella vita ci ritroviamo nelle condizioni di aver chiaro quello che cerchiamo o aver immagazzinato l’esperienza necessaria per essere decisi nelle nostre azioni. A volte, dunque, la cosa migliore da fare è quella di liberare la nostra mente dall’idea di fare la scelta “giusta”. Quando ci fossilizziamo su questo atteggiamento il rischio nascosto è quello di “affezionarci” eccessivamente alla nostra decisione, giustificandola e difendendola a prescindere dalle conseguenze che porta. Affezionarci alle nostre decisioni, convincendoci che siano quelle giuste a tutti i costi, ci allontana dalla possibilità di dubitare di noi stessi. Fermarci a domandarci se la strada che abbiamo scelto ci stia regalando soddisfazioni, immaginare un’alternativa, individuare le mancanze, ci permette di regalarci il tempo per poter tornare indietro, modificare la nostra decisione o continuare con ancor più fermezza nel percorso che abbiamo intrapreso. Fare una scelta piuttosto che un’altra non è veramente importante; piuttosto lo è quanto siamo disposti a metterci in discussione una volta imboccata quella determinata strada. Ognuno ha una propria realtà in base alla quale decidere. Quando le persone giudicano gli altri come “strani” perché non sono “normali”, ricordate che normale è un termine relativo; la vostra realtà sarà sempre diversa da quella degli altri.

“In un minuto c’è il tempo per decisioni e scelte che il minuto successivo rovescerà” – T. S. Eliot

Dott.ssa Federica Cincio

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